Procedendo lungo la strada che collega Ivrea con il lago di Viverone si costeggia la Serra, collina laterale sinistra dell’anfiteatro morenico eporediese, alle cui pendici sorgono borghi dalle origini antiche; percorsi sei chilometri, superato il sito di Burolo, compare Bollengo, il cui territorio comunale si divide equamente tra il colle e il piano.
L’etimologia più plausibile del nome Bollengo è quella che ci viene fornita dal glottologo Serra il quale si rifà alle voci piemontesi bolèngh e boia, significanti stagno piccolo, laghetto e palude, toponimo giustificato dalle molteplici depressioni e dai bacini lacustri presenti ovunque nell’agro eporediese, ai piedi delle alture moreniche.
Luogo di confine di due diverse sfere di influenza, Vercelli e Ivrea, il paese di Bollengo, nel Medioevo, subì trasformazioni che ne segnarono profondamente la struttura originaria. Nel X secolo il territorio del comune comprendeva tre piccoli centri abitati, probabilmente sorti su nuclei dì abitazioni di età romana e, forse, anche più antichi: il capoluogo Bollengo, Paerno e Pessano; all’aprirsi del Duecento, Ivrea, per contenere la politica espansionistica di Vercelli decise di costruire un castello franco – un nucleo difensivo – e di chiamare gli uomini dei preesistenti villaggi ad abitarvi, concedendo loro stato giuridico paritetico ai cittadini eporediesi.
Nel 1250 venne terminata l’edificazione del castello e del ricetto; il complesso, che sorse in un luogo presumibilmente già sede di antiche fortificazioni, venne circondato da mura e divenne un nucleo fortificato di abitazioni stabili. Nonostante i privilegi concessi, tuttavia, gli uomini del capoluogo non aderirono all’invito di spostare la loro dimora nel nuovo borgo; accorsero viceversa quelli di Paerno e di Pessano, villaggi che rimasero abbandonati e che nel tempo decaddero e successivamente scomparvero: fu quello un periodo in cui vennero rimodellate le geografie abitative del luogo.
Delle antiche località di Paerno e di Pessano non rimangono che poche seppur significative vestigia: del primo, una imponente e suggestiva torre campanaria svettante solitaria su un pianoro che si apre fra i boschi della Serra; il campanile apparteneva alla romanica Chiesa di San Martino che venne demolita nel XVIII secolo, per decreto vescovile, essendo in pessime condizioni. Della seconda località, Pessano, resta la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, anch’essa romanica, con il suo campanile. Bollengo oggi.
Pur mantenendo e salvaguardando le sue caratteristiche di centro agricolo, che ne fanno un paese dove ancora si può vivere con tranquillità in un ambiente sostanzialmente integro, Bollengo ha avuto in questi ultimi anni un notevole sviluppo per quanto riguarda la dotazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, per dotazione di servizi e per iniziative sociali, ricreative e culturali.
Particolarmente in espansione la zona industriale e commerciale lungo la ex Statale 228 che ha visto l’insediamento di numerose attività che attirano molte persone dai paesi confinanti e non e che rappresentano un apporto significativo per l’economia del paese.